Ciao Bruno. Il nostro credo

Bruno è mancato martedì mattina. Appena la notizia è circolata tra noi di Assoetica ci siamo detti: una grande perdita. Ma poi è circolata subito una idea.

Bruno è mancato martedì mattina. Appena la notizia è circolata tra noi di Assoetica ci siamo detti: una grande perdita. Ma poi è circolata subito una idea. Dovremo fare qualcosa per ricordarlo, qualcosa alla Bruno.

Qualcosa alla Bruno: Bruno coltivava sogni grandiosi, bellissimi. Non si contentava di poco.

Mosso dalla sua convinzione, e dal suo desiderio di fare cose che lasciassero il segno, non si fermava di fronte agli ostacoli. Orgoglioso del suo ruolo di presidente, convinto dell’importante missione dell’associazione, scriveva senza remore a persone importanti. E riceveva risposta. Scrisse a Zygmunt Bauman, e Bauman venne a tenere una lezione al nostro Master.

Per il convegno che, nel 2002, segnò l’esordio di Assoetica, desiderava un luogo speciale: lo cercò e lo trovò: la sala a bolla sul tetto dell’ex stabilimento del Lingotto, a Torino: un luogo simbolico per Bruno, così legato alla sua città.

Non tutti i sogni prendevano corpo. Bruno si crucciava di questo. Ma non desisteva. E semmai sostituiva un progetto non realizzato con uno ancora più grandioso, più visionario.

Possiamo dire ora a Bruno, e a noi stessi che con lui ci prendevamo cura di Assoetica, che il non essere riusciti (ancora) a realizzare i sogni non toglie niente alla loro bellezza. Possiamo coltivare la speranza che ci riusciremo, un giorno. E se non riusciremo a fare proprio quello che Bruno immaginava, riusciremo a fare qualcosa di simile, ugualmente nuovo, originale.

E intanto, in attesa di realizzarli, quei sogni ci hanno alimentato. E’ per via di questi sogni che nei quattordici anni di vita di Assoetica siamo riusciti a realizzare cose magari più piccole, ma fatte di quella stessa pasta.

Vogliamo ricordare ora sopratutto tre sogni, tre cose alla Bruno.

Bruno immaginava un canale televisivo tematico, dedicato all’etica. Aveva in mente, e anche messo sulla carta, tutto. O almeno tutto ciò che lui riteneva essenziale: il palinsesto, gli ospiti, i partner – grandi nomi che non avrebbero potuto tirarsi indietro.

Bruno immaginava una sede per Assoetica. Una sede ampia e confortevole in luogo importante di Milano. Desiderava una sede non per esibizionismo, ma perché la sua esperienza di comunicatore lo portava a dare importanza alle forme, ai modi. Bruno pensava alla sede di Assoetica come luogo dove lavorare insieme, dove incontrarsi. Come punto di riferimento per la cultura cittadina.

Bruno immaginava una Summer School di Etica nella isola greca che era diventata per lui una seconda casa, una seconda patria. Era il sogno di una fusione: stavano insieme, in una unica idea, il luogo amato, e allo stesso tempo un ritorno simbolico ai luoghi e ai modi della filosofia greca, e allo stesso tempo una vacanza dello spirito insieme agli gli amici coinvolti nel progetto, e allo stesso tempo un percorso formativo senza uguali, ciò di cui i manager italiani avevano bisogno…

Adesso siamo qui a ricordare Bruno, e a dirci che non dimenticheremo la sua lezione: avere in mente progetti ambiziosi scalda il cuore.

Forse non riusciremo a fare cose alla Bruno, forse non riusciremo a realizzare nessuno dei suoi sogni. Ma continueremo a coltivare sogni, e intanto, a partire dalle piccole cose, manterremo viva Assoetica.

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