Il concetto di valore: da quello di output di un processo a quello percepito dal cliente, a quello aggiunto creato dall’azienda di produzione nel suo complesso. Una lettura etica.

Diventa essenziale ripensare il modo di consumare ciò che viene offerto e, dal lato delle imprese, produrre in modo sempre più efficiente, per creare valore da ciò che si lavora e non per estrarlo scriteriatamente sfruttando in modo irrazionale ed esasperato le risorse impiegate nei vari cicli produttivi.
Il concetto di valore

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Lo scenario economico attuale è caratterizzato, e ancor più lo sarà quello futuro, da una continua innovazione tecnologica che, connettendo i consumatori con le aziende di produzione, li renderà più consapevoli ed influenti. Inoltre, a causa di una popolazione mondiale crescente (8,5 miliardi di persone previste dall’ONU nel 2030, per arrivare, poi, a 9,7 nel 2050) e di una accessibilità limitata a molte materie prime, i cicli di approvvigionamento diventeranno sempre più costosi.

Le aziende, pertanto, sono chiamate, già sin d’ora, a gestire le risorse a disposizione nel modo più efficiente e sostenibile possibile, per rimanere competitive a lungo termine e ridurre l’impatto ambientale della loro attività produttiva.

Ci sono, poi, da considerare anche importanti aspetti di sostenibilità, non solo economica ma anche sociale, dato che quello che si prospetta è uno scenario dagli sviluppi imprevedibili, che con sé può anche portare a delicate questioni geopolitiche, con possibili conflitti in più parti del globo.

A questo aggiungiamo la complicazione, soprattutto in Italia, del dover fare business in un sistema con mezzi finanziari sempre più scarsi.

Diventa, allora, essenziale ripensare il modo di consumare ciò che viene offerto e, dal lato delle imprese, produrre in modo sempre più efficiente, per creare valore da ciò che si lavora e non per estrarlo scriteriatamente sfruttando in modo irrazionale ed esasperato le risorse impiegate nei vari cicli produttivi.

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