Assoetica: Intervento formativo in azienda sul tema del “coraggio”

Matteo Fantoni

 

Parlare del coraggio in azienda (ci vuole coraggio ad ascoltare)

 

Ci vuole coraggio ad ascoltare qualcuno che ti parla di coraggio. E a dargli spazio in un meeting aziendale.  Questo perché trattare il coraggio non si può fare solo a livello teorico; inevitabilmente comporta farsi domande su di sé, sulla propria capacità di passare dal pensiero all’azione, sui valori per cui sono disposto a correre dei rischi. Parlare di coraggio è anche un modo per parlare delle paure.  Questo è il motivo per cui a me interessa questo tema. Perché riguarda qualcosa di molto sottile, la mia propensione a espormi, a mettermi in qualche modo a nudo. E sono primo a ritenere di aver bisogno di più coraggio, così come credo che ce ne sia bisogno nelle nostre organizzazioni.

Abbiamo affrontato il tema all’interno del gruppo formazione di Assoetica ed è stato l’argomento della prima delle lezioni tenute dai soci di Assoetica quest’anno. Anche da queste attività è nato l’invito a tenere un seminario sul coraggio per il gruppo di People & Culture di Sanofi Italia.

Mi sembra importante notare come un progetto nato all’interno della nostra Associazione possa poi avere uno sviluppo esterno a nome di Assoetica e possa coinvolgere un partner aziendale importante, come è stato in questo caso.  E credo che ce ne potrebbero essere altri, altrettanto interessanti e validi.

Per me è stato molto interessante lavorare per rendere il contenuto più interattivo e coinvolgente e soprattutto è stato bello vedere come sia stato accolto favorevolmente questo tema all’interno di un’azienda e, in modo particolare, da chi ha cura delle persone e dell’organizzazione in quell’azienda.

Durante l’incontro, il tema del coraggio è esploso in tutte le sue dimensioni. La connotazione della capacità di mettersi a nudo, di essere consapevole della portata della propria soggettività e del portarla agli altri, gestendo i propri timori, è stata molto marcata.

Il tema del coraggio non è altro che un modo di parlare di etica incarnata, di etica che diventa concreta e che entra nei comportamenti, che è la dimensione più importante come non si stanca di notare Francesco Varanini. Ecco, quello che mi porto a casa è che fare questi interventi è possibile, anzi possono essere ben accolti.

Questo è avvenuto grazie soprattutto a un gruppo affiatato nel quale c’era la fiducia reciproca che ha permesso di dirsi cose non scontate; non solo quelle che ho portato io, ma proprio quelle che sono emerse dai partecipanti. Ed è la mia più grande soddisfazione, di chi ha trovato persone pronte a riflettere su sé stesse, a condividere con generosità i propri pensieri, e da cui imparare.

Credo che sia stata un’occasione importante per Assoetica, per entrare e creare un vero scambio con le persone dell’organizzazione.  Con le persone che hanno la responsabilità del buon funzionamento dell’organizzazione e del benessere delle persone che la abitano. E che su questo si sentono profondamente impegnate.

 

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