L’etica del disagio. Ovvero i cittadini di fronte alla scienza ed alla tecnica

di Francesco Varanini

i due brevi brani che seguono sono tratti da: Francesco Varanini, Le Cinque Leggi Bronzee dell’Era Digitale. E perché conviene trasgredirle, Guerini e Associati, settembre 2020.
Sostengo questa tesi: gli scienziati e i tecnici, dediti a ricerche di avanguardia, hanno buoni motivi per sostenere che i cittadini non sono in grado di comprendere. Ma il passo successivo è dire: non comprendendo, non possono giudicare. Si può invece sostenere che il buon senso, l’innata saggezza, permettono ai cittadini di capire quale è la soglia che converrebbe non oltrepassare. Il disgusto, la ripugnanza, il ribrezzo, ed innanzitutto il disagio sono buoni indicatori.
Alla fine, il problema sta nel fatto che scienziati e tecnici troppo spesso si chiudono nel loro mondo separato, rinunciando ad essere cittadini, e ad osservare con gli occhi dei cittadini il proprio lavoro. Alcuni degli argomenti esposti nel libro sono in parte anticipati qui.

«Ricordo che quando ero bambino cosa diceva mia nonna», scrive Bill Joy in un sofferto articolo apparso su Wired nel 2000. Bill Joy, il programmatore a cui dobbiamo in linguaggio Java, imprenditore di Sun Microsystem, all’epoca una delle imprese digitali leader, si interroga sulle frontiere aperte da genetica, nanotecnologia, robotica. “Mia nonna non era nemica del progresso, ma aveva il buon senso (common sense) di pensare che convenisse prendere gli antibiotici solo quando era strettamente necessario. «Credo che ora lei, come molte altre persone equilibrate, penserebbe che solo una grande arroganza può spingerci a progettare una ‘specie sostitutiva’ robotica, mentre abbiamo così tanti problemi a far funzionare cose relativamente semplici, e abbiamo così tante difficoltà a gestire – o addirittura a capire – noi stessi».
«Ora mi rendo conto che lei era consapevole di un ordine naturale della vita e della necessità di vivere rispettando questo ordine». «Appare oggi necessaria una umiltà di cui, con tutta la nostra chutzpah di inizio XXI secolo, purtroppo per noi, siamo privi». Chutzpah: parola yiddish che sta per audacia, insolenza, arroganza.
Ci stiamo spingendo in avanti senza nessun piano, nessun con- trollo, senza freni. Forse siamo già andati troppo in là, ed è ormai impossibile cambiare direzione?

John Burdon Sanderson Haldane, eccentrico scienziato indiano-britannico, tenne nel 1923 presso l’Heretics Society dell’Università di Cambridge una conferenza: Daedalus, or the Science and the Future. Immagina l’affermarsi nel corso del secolo di una società ricca, libera da malattie. Aspetto chiave di questa società è la diffusione generalizzata dell’ectogenesi: genesi della vita umana al di fuori del corpo materno. Fecondazione in vitro ed utero artificiale.
Haldane compie anche un passo in più: lega esplicitamente questa possibilità tecnica a scelte eugenetiche. «Le donne e gli uomini selezionati come genitori della generazione successiva sono superiori alla media», cosicché «l’avanzamento di ogni generazione rispetto alla generazione successiva è sotto ogni aspetto sorprendente. La riproduzione è completamente separata dall’amore sessuale, l’umanità sarà libera in un senso del tutto nuovo». «Un certo numero di persone serie, avendo scoperto l’esistenza della biologia l’hanno applicata alla produzione di una razza di superuomini». (2)
Haldane difende la libera ricerca scientifica: «non esiste nessuna invenzione, dal fuoco al volo, che non sia stata considerata insulto a un qualche dio, una bestemmia». Ancora peggiore è, per l’opinione pubblica, la sorte di «ogni invenzione biologica»: è giudicata «una perversione», «indecente e innaturale». La tesi è chiara: il cittadino non è in grado di capire, giudica quindi la ricerca scientifica yuck. Yuck: esclamazione che indica ribrezzo, repulsione. (3)
È comodo per gli addetti ai lavori sostenere che chiunque ponga domande rispetto a un qualsiasi aspetto della ricerca tecnico-scientifica sta soffiando sul fuoco, sta facendo appello al disgusto – appeal to disgust – che il mentalmente chiuso popolo mostra di fronte a tutto ciò che non capisce.
Facile bollare come frutto dell’ignoranza, o di di propaganda oscurantista, l’opinione critica, il disagio per un qualsiasi ambito di ricerca. (4)
In realtà, la levata di scudi contro lo yuck factor è una manovra difensiva. È il tentativo di controbattere l’incisiva posizione di Leon Kass. Studioso di bioetica, aveva sostenuto che di fronte alla clonazione gli esseri umani provano un sentimento di ripugnanza. «Intuiamo e sentiamo, immediatamente e senza discussioni, la violazione di cose che ci sono giustamente care». «In casi cruciali la ripugnanza è l’espressione emotiva della saggezza profonda, al di là della capacità della ragione di articolarla pienamente». «Sono superficiali le anime [souls] che hanno dimenticato come rabbrividire [to shudder]». (4)
Possiamo ben amare la tecnologia ed usare con soddisfazione gli strumenti digitali che utilmente ci accompagnano, e allo stesso tempo provare disagio di fronte a Superintelligenze Artificiali, a armi di distruzione di massa, a macchina costruite per prendere il posto di esseri umani.
Il disagio che proviamo nel venire a conoscenza di progetti potenzialmente disumani sarebbe mitigato se li sapessimo affidati a ricercatori e tecnici ai quali riconoscessimo la capacità di assumersi responsabilità personali in quanto cittadini. Il tecnico dice: gli spazi aperti da questo campo di ricerca sono troppo allettanti, non voglio rinunciarci. Il cittadino, saggiamente, dice invece: mi scandalizzo, e quindi mi fermo, o torno indietro, o cambio strada.

(1) Bill Joy, «Why the Future Doesn’t Need Us», Wired, 8.04 (april 2000)

(2) J.B.S. Haldane, Daedalus, or Science and the Future. A Paper Read to the Heretics, Cambridge, on February 4th, 1923, Kegan Paul, Trench, Trubner & Co, London 1923, pp. 56-68.

(3) Jamais Cascio, «A Conversation with Dr. James Hughes», WorldChanging, December 01, 2004, poi: Institute for Ethics and Emerging Technologies, https:// ieet.org/index.php/IEET2/more/cascio20041201-

(4) Alison George, «The yuck factor: the surprising power of disgust», New Scientist, 11 July 2012, https://www.newscien- tist.com/article/mg21528731-800-the-yuck-factor-the-surprising-power-of-disgust/.

(5) Leon Kass, «The wisdom of repugnance. why we should ban the cloning of humans», The New Republic, June 2, 1997, pp. 17-26; Id., «The wisdom of repugnance: why we should ban the cloning of humans», Valparaiso University Law Review, vol. 32, n. 2, spring 1998, pp. 679-705; Id., Life Liberty & the Defense of Dignity: The Challenge for Bioethics, Encounter Books, New York 2002.

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