Cinquant’anni fa Goffredo Parise dava alle stampe “Il Padrone”.
Un giovane di provincia viene assunto in una ditta commerciale della Grande Città. Credendo di iniziare finalmente a realizzarsi si ritrova invece in una trappola senza scampo: far parte della ditta significa diventare proprietà del padrone, il dottor Max.
Prezzolini scrive a Parise per lettera che la sua analisi sociale è sbagliata. Lui risponde che il libro non parla del presente, ma di una «ossessione futura».
Eccoci qui.
La notizia viene da lontano, ma parla di cose che succedono anche più vicino. Operai in Cina costretti a strisciare per “rafforzare la tempra”
Cosa ne pensate?
Una riflessione di Giulia Pellizzato