L’ Ethics Officer del Futuro

di Luigi Catellani

Questa lettera mi è stata inviata da Luigi Catellani, socio fondatore, Vicepresidente e Segretario di Assoetica, in Malesia per lavoro. Condivido la proposta di Luigi, e quindi aggiungo Arlene Sigua Mejes all’elenco degli Ethics Officer. (Francesco Varanini).

Desaru. Malesia: 20-May, 2019

Durante la fase preparatoria del Evento della “Etica Incarnata” sono stato particolarmente attratto da questa frase scritta da Francesco:
“C’è etica solo se viviamo le esperienze del nostro quotidiano lavoro in carne propria, sulla propria pelle. Le soddisfazioni, le pene. I momenti in cui si prova piacere ed i momenti di frustrazione. Tutto questo merita di essere raccontato.”
Una frase che fa riflettere e mi ricorda il giorno in cui abbiamo fondato AssoEtica, alla Bolla del Lingotto di Torino, il 9 Novembre 2002.
Durante il meeting del Atto Fondativo, Padre. Casalone S.J Padre Gesuita del San Fedele assieme a Padre Paolo Foglizzo ci avevano aiutato a capire e definire per quanto possibile, cosa si intende per Etica.
Ci avevano fatto ragionare non più sulla singola Etica su cui tra noi Fondatori avevamo discusso al lungo, ma sulle Etiche.
Ci dissero: “Nel senso che la parola etica oggi si declina di più al plurale, non esiste un’etica ma esistono una molteplicità di modelli etici che si incontrano e che talvolta si scontrano, e quindi oltre ad una pluralità di competenze e di prospettive c’è anche una diversa modalità con cui la parola etica viene interpretata e compresa, e questo introduce un ulteriore fattore di pluralità e di pluralismo”
Mi ci e’ voluto molto tempo per capire e provare sulla mia pelle quanto allora mi era stato saggiamente rivelato. Ho dovuto venire qui in MALESIA per capirlo vivere e lavorare nel mezzo di un groviglio di popoli, culture, religioni.

Le diverse Etiche Locali e non mi sono state fatte comprendere da Arlene Sigua Mejes, una Lavoratrice per noi Europei definita Extracomunitaria, incontrata nel settembre 2018 in una chiesa Cattolica nello Stato Musulmano dello JOHOR in MALESIA, Etiche vissute direttamente sulla propria pelle.
Arrivata qui dalle Filippine dopo essere passata dalla ARABIA vivendo in Giordania in cerca di cibo per le sue due figlie, attratta come tanti altri dal sogno di Singapore, la Milano Cinese, la terra promessa di lavoro, prosperità, ricchezza della popolazione del SUD EST ASIATICO; una minuscola cellula di una popolazione in continua emigrazione dopo la crisi dell’Olio di Palma, dirottata dai nuovi schiavisti moderni da Singapore in terra di confine MALESIANA,lo stato di JOHOR dove io vivo e lavoro in questo periodo.
Una moltitudine di anime Cattoliche ferventi perse in uno Stato Musulmano Fondamentalista che non accetta nessuna ETICA se non quella della Legge della Sharia Musulmana, che stabilisce le regole del Ethic Business Finance Musulmana, della Cultura Halal e non Halal cosa è permesso e cosa non è permesso fare per vivere.

In vista dell’incontro ETICA INCARNATA le ho chiesto: “ARLENE, se potessi andare in ITALIA ed intervenire alla Evento del 17 MAGGIO cosa racconteresti ai nostri ETHIC OFFICER delle tua “ETICA INCARNATA”?
La risposta:
“Mi chiamo Arlene attualmente vivo a Johor Baru nella regione Musulmana dello Johor in Malesia, a cinque minuti da Singapore sono Filippina con passaporto Filippino.
La mia esperienza lavorativa e’ questa:
Ho frequentato la scuola Superiore ed ho acquisito la Maturità Liceale.
Ho iniziato a lavorare come cameriera nella mia stessa mensa scolastica per 1 anno,
poi lavoro come operaia della fabbrica coreana, a cucire abiti coreani, lavoro e disegno modelli per 8 mesi, poi passo a lavorare in un centro commerciale come “ sale lady” vendo bagagli e borse, rimanendo in incinta della mia prima figlia, inizio a lavoro con mio cugino in un negozio di fiori.
Lascio il mio paese e vado in Giordania, mi prendo cura di 3 bambini e pulisco casa.Poi parto per cercare lavoro a Singapore tramite una agenzia la stessa mi rivende ad un’altra agenzia in Malesia , qui inizio a lavoro in un bar, dopo di che divento cameriera in un ristorante giapponese e in un ristorante tedesco, successivamente lavoro come Impiegata Amministratrice, controllo le scorte di cibo e bevande compilando e pubblicando controllati, secondo le leggi halal.
Cosa posso raccontarvi della mia Etica Incarnata? Alla base alla mia esperienza sta l’incontro di differenti popoli, lingue, culture,con diversi gusti alimentari e religioni.
Io penso che la mia non sia una unica Etica Incarnata, ma diverse Etiche Incarnate fuse tra di loro.
Spero solo di avere acquisito il meglio da tutte, la cui base si fonda nel rispetto di tutte le Etnie, culture,religioni.Il rispetto per il diverso”.

Dopo aver ascoltato queste semplici parole ho capito che nei prossimo futuro l’ETHIC OFFICER ha una nuova importante missione da svolgere: deve riuscire a evolversi in ETHNIC ETHICS OFFICER; apprendere conoscenza e cultura dalle ETICHE di altri popoli, religioni, culture, aggiornando giorno dopo giorno la propria Visione Etica.
Per una legge Europea Mis. ARLENE non ha potuto essere presente all’ evento ‘Etica Incarnata”. La legge prevede che per richiedere il Visto deve attestare la sua dipendenza di lavoro da almeno sei mesi. Lei come tante altre/altri ha recentemente perso il posto di lavoro. Lei infatti “COSTA TROPPO”. in quanto in MALESIA sono recentemente immigrati altri popoli quali Indonesiani, Nepalesi, Birmani (Myanmar) che costano meno al mercato dei nuovi schiavi del SUD EST ASIATICO.

Mi dispiace non abbia potuto partecipare. Chi meglio di lei poteva rivelarci e farci ragionare sulle ETICHE INCARNATE in cui si svilupperà il futuro della BUSINESS ETHIC degli EXTRACOMUNITARI.

Mi ritorna in mente il nostro Progetto “Oro d’Immigrazione”, steso come concept già nel 2013, redatto da Bruno e Francesco. Qui brevemente lo riassumo.

L’obiettivo: il Meticciato
L’obiettivo del progetto è la ‘contaminazione’ di una cultura con l’altra, la costruzione di una community nel senso proprio di persone accomunate al di là di una stessa origine etnica e per questo appare importante creare aule e gruppi ‘misti’. L’efficacia del progetto è direttamente proporzionale alla ‘mescolanza’ e alla compresenza di culture diverse.
Per lo stesso motivo si considera scarsamente rilevante l’età dei partecipanti. È anzi da preferire la compresenza nel gruppo di partecipanti appartenenti a diverse fasce d’età.

I cittadini Stranieri in Italia i quali sono 5 milioni, che versano nelle casse dello Stato 11 miliardi di euro in contributi previdenziali e dichiarano al fisco 33 miliardi di euro. Ricevono una remunerazione mensile di € 900 contro la media degli italiani di € 1300. Sono un fattore di crescita di tutti i Paesi europei, afferma Cecilia Malmstrom della Commissione Europea Affari Interni, ed aiutano l’Italia a difendere la sua competitività internazionale. E non solo in termini economici: alle ultime Olimpiadi, ad esempio, ben 18 medagliati dell’Inghilterra erano Immigrati.

Siamo tutti Immigrati
Se risaliamo indietro nel tempo scopriamo che le nostre radici genealogiche impallidiscono fino a rendere pressoché impossibile fissare il punto da cui siamo partiti. Tranne forse poche privilegiate casate nessuno è D.O.C. e può esibire una Documentazione d’Origine Controllata. Da vicino o da lontano, siamo tutti immigrati che però respingono gli ultimi arrivati.
Ostacolano l’integrazione, complicano le procedure per ottenere i documenti e quindi la possibilità di lavorare e quindi il diritto di votare.
Certo, ci sono gli irregolari –almeno 600mila stima la Caritas- e poi c’è il problema della lingua. Ma una ricerca condotta dai professori Devillanova e Frattini della Bocconi e dall’University College di Londra ci serve una bella sorpresa:
gli Immigrati in Italia senza alcun titolo di studio sono il 3,3% contro l’11,2% della media italiana (il 7,7% della provincia di controllo-campione di Varese); quelli con un titolo di scuola media sono il 34,9 contro il 30,1 dell’Italia (Varese 32,1), quelli col diploma superiore 41,5% contro il 26,2 (Varese 26,0).
E con la laurea? Gli Immigrati sono il 10,3% contro la media nazionale italiana del 7,2 (Varese 6,9).

Il laureato
Almeno uno degli otto o dieci immigrati che ogni giorno incontriamo per strada ha una laurea.
La popolazione immigrata è più laureata di quella italiana.
Uno pensa va bè ma tutti quegli immigrati illegali sballano di sicuro queste cifre …? Falso.
I clandestini, dimostrano implacabili Devillanova e Frattini, sono più scolarizzati degli italiani, le donne con l’11,30% di laureate, gli uomini col 9,60%.
E noi come impieghiamo questo oro straniero?
Al 34% facciamo fare le pulizie, accompagnare i nostri vecchi e l’assistenza domestica, al 18% altre forme di assistenza, il 12% fa il muratore, poi il commercio ambulante, il facchino, il portinaio.

Cervelli sprecati
Siamo complici inconsapevoli di un doppio danno, gli inglesi lo chiamano brain drain, perché sono proprio i più istruiti che se ne vanno dal loro Paese d’origine che così facendo impoveriscono ancora di più, e brain waste perché nei Paesi di destinazione questi talenti vengono sottoutilizzati.
Così perdiamo oltre che un’occasione di solidarietà tante diversità, culture, ottiche, valori, sapori, creatività, competenze, saggezza, esperienze, energie, soluzioni.

Un Master solo per loro
Con questa consapevolezza Assoetica, l’associazione non profit degli Ethics Officer, nel decennale della sua attività proponeva al Segretario Generale della Fondazione Cariplo il suo progetto di realizzazione del primo Master in Business Administration per gli Immigrati in Italia a cura del Comitato Scientifico di Assoetica diretto dal Prof. Francesco Varanini. Una via coraggiosa e innovativa di integrazione internazionale ad alto livello e una straordinaria opportunità di valorizzazione”.
Questo Progetto e’ un nostro sogno, giace come altri nel cassetto dei sogni di AssoEtica custodito da Bruno, e lasciatoci da Bruno alla sua scomparsa.

Nella speranza di averla come Docente nella nostra Faculty internazionale, ad aiutarci a sviluppare questo progetto rivolto agli Extracomunitari presenti in ITALIA, propongo di assegnare a Mis. ARLENE SIGUA MEJES il titolo di ETHICS OFFICER 2019 Ad Honorem.

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