La pace vista dagli italiani. Ricerca Assoetica-Scenari, giugno 2022. Analisi dei risultati

Cosa pensano gli italiani quando pensano alla pace? La grande maggioranza degli italiani hanno in mente una idea di pace intesa come valore, come piacere, come felice situazione. Sanno anche manifestare in pubblico e raccontare molto bene questa idea. Ma solo il 20% degli italiani sono disposti a darsi da fare per costruire la pace.

Questo è, in estrema sintesi, il risultato di una ricerca condotta pro bono dall’Istituto Scenari per Assoetica APS.

La ricerca è stata condotta su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana con un metodo teso ad andare oltre all’inevitabile freddezza, schematicità -e potremmo forse anche dire: oltre all’inevitabile aridità- delle ricerche quantitative e dei sondaggi.

Invece di domande secche e di volta in volta esplicitamente riguardanti un singolo, puntuale aspetto -per esempio: sei favorevole o contrario all’invio delle armi?- è possibile, tramite l’uso di immagini evocative -immagini di animali- sondare il vissuto profondo, simbolico. E’ possibile portare alla luce il senso della pace, inteso come ciò che sogniamo e desideriamo.

Il campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana, alla richiesta di scegliere tra immagini che descrivono la pace, mette al primo posto (20,1%) una rondine che sfreccia nel cielo con grandi evoluzioni.

La pace è intesa come situazione ideale: tranquillità, lavoro, rispetto dei diritti, base che rende possibile l’esprimersi senza vincoli. La pace, così immaginata, consente lo sviluppo delle capacità e il riconoscimento delle competenze, individuali e della società tutta. E’ uno spazio di libertà gioiosa e dinamica; garantisce il piacere di fare, di fare bene, di fare cose importanti ricavandone soddisfazione. Peccato si tratti di una idea che nasce laddove la pace c’è già. Laddove non si è chiamati a farsi carico della fatica implicita nel costruirla.

Al secondo posto nelle scelte (13%) troviamo l’immagine di una gatta che fa le fusa sul divano di casa.

Qui la pace viene rappresentata come una condizione sicura e tranquilla, ormai familiare: è ‘di casa’ nel luogo dove si è sempre abitato senza problemi. Luogo di riposo dove è possibile concedersi di non fare nulla: c’è solo godersi la confortevole situazione. Anche qui la pace è qualcosa di ‘già dato‘. Un’immagine attraente ma molto infantilizzata, utopistica, totalmente passiva.

Al terzo posto (12,4%) sta un coniglietto che bruca l’erba tenera. La pace vista come situazione idilliaca, una sorta di Eden in cui vivere senza problemi. E’ ancora una immagine dolce e accattivante ma infantile, passiva.

Qualcosa cambia con l’immagine (11,3%) di un delfino che addestra i piccoli giocando.

Una figura adulta, capace, che esplica un’intensa azione di educazione volta alla crescita dei piccoli. Un atteggiamento attivo, dinamico, e allo stesso tempo giocoso e gioioso.

Come il cielo della rondine, il mare del delfino è uno spazio aperto, ormai dato per scontato, che offre spazio alla libertà di espressione. Anche qui, non c’è niente da conquistare. C’è da godersi la vita: gratificante, piacevole.

La lettura dell’immagine della pace che sta nella mente degli italiani diviene più precisa e chiara se si raggruppano gli animali.

Emerge infatti nelle risposte un primo gruppo di immagini (40,5%): rondine che sfreccia nel cielo con grandi evoluzioni, delfino che addestra i piccoli giocando, giovane puledra che galoppa libera nella prateria.

Immagini che rimandano alla pace come ‘conditio sine qua non’ di una vita -individuale e collettiva, personale e sociale- che si esprime pienamente. E’ un atteggiamento che viene mostrato con orgoglio, e anche insegnato.

Ma si tratta di una conquista già acquisita. La pace è una situazione preesistente, di cui colgono i frutti: la libertà di espressione, il riconoscimento delle proprie competenze, il poter spaziare senza limiti. Si vive con consapevolezza la fortuna di questa situazione. L’immagine è autoreferenziale: noi godiamo della pace. La prospettiva è quella del ‘qui e ora’: la pace c’è, e si può, si deve utilizzarla. Chi vive questo atteggiamento non si sente toccato dalla necessità di lavorare per la pace. Si tratta solo di farne buon uso.

Segue nell’ordine delle scelte un secondo gruppo di immagini (35,4%): gatta che fa le fusa sul divano di casa, coniglietto che bruca l’erba tenera, orsa che scalda e protegge i suoi cuccioli, cicala spensierata.

Come già notato guardando alla alla gatta e al coniglietto, figure infantili, passive, dipendenti, senza responsabilità, immerse in situazioni paradisiache dove tutto è bello e sereno, dove la pace è mamma orsa che ti nutre, scalda e protegge. Tutti al caldo senza problemi sotto una coperta.

Per avere un differente modo di intendere la pace dobbiamo osservare un terzo raggruppamento (20,4%). Gufo di grande esperienza e saggezza, cane da guardia forte e fedele, aquila che domina dall’alto il suo territorio, castoro che con abilità costruisce la sua solida casa, volpe intelligente che prepara la tana, pantera che si muove sicura nella foresta, cavallo robusto e possente che tira un pesante carico.

Le immagini qui raccolte rappresentano figure adulte autorevoli, dotate di capacità di pensiero e di azione. Sono questi i cittadini consapevoli che mettono le proprie capacità, il proprio impegno al servizio di un obiettivo: la pace come progetto; la pace come risultato dell’azione, come situazione che deve essere costruita. La pace pensata, creata, sorvegliata e, se il caso, difesa.

Come il primo gruppo, anche questo mostra personalità forti, adulte. Ma mentre nel primo gruppo prevaleva l’edonismo, il piacere personale, qui la consapevolezza di sé porta ad assumere un impegno importante e faticoso, che esige senso di responsabilità, attenzione e proattività.

Accettando che l’impegno vada a scapito del piacere personale, della giocosità, della stessa libertà di azione.

Infine, è interessante notare che l’immagine del cerbiatto attento pronto a scappare al minimo rumore -simbolo di fragilità, costante pericolo, fuga come unica difesa- ha ottenuto meno del 2% dei voti.

A completamento del quadro, ed a conferma di quanto emerso dal test basato sulle immagini di animali, possiamo osservare come l’adesione all’affermazione: Tutti siamo responsabili di difendere e promuovere la pace attraverso la nostra azione civica è notevolmente alta. Il 70.5% è molto d’accordo. L’idea di pace è ben presente, chiara nel pensiero degli italiani. E’ presente anche una sincera intenzione orientata a diffondere, e a condividere in azioni sociali questa idea: marce per la pace, sostegno a iniziative destinate ad affermare il principio, il valore assoluto.

Ma questo meritevole atteggiamento va guardato tenendo conto anche dell’adesione ad un’altra affermazione: La pace può essere raggiunta attraverso l’uso delle armi da parte di paesi che si difendono da aggressioni. Qui l’adesione -il numero di coloro che si dichiarano molto d’accordo- cala drasticamente: si riduce al 13,3%.

Possiamo intendere che questo 13,3% fa il paio con il 20,4% che scelgono immagini che parlano di pace pensata, creata, sorvegliata e, se il caso, difesa. Non c’è, nell’80% degli italiani. la disponibilità a ‘mettersi nei panni’ di coloro che sono costretti a difendersi da aggressioni e a costruire la pace in situazioni di drammatica difficoltà.

Solo il 20%, o forse con più certezze in questo 13%, sono i cittadini attivi che non solo si dichiarano enfaticamente ‘costruttori di pace’, ma sono anche disposti ad agire per la pace in prima persona ‘sporcandosi le mani’ in azioni efficaci nel momento, nel contesto politico dato.

O quanto meno, sembra che solo il 20%, o forse solo il 13% dei cittadini siano veramente, intimamente orientati a sostenere iniziative politiche tese a sostenere quella faticosa costruzione della pace che passa attraverso l’uso di armi.

Abbiamo sondato l’atteggiamento dei cittadini italiani a metà di giugno 2022, in un momento in cui la pace è in bilico nel contesto geopolitico in cui viviamo. L’argomento è portato dai media insistentemente all’attenzione dei cittadini. L’argomento è quotidianamente tema di scambio di opinioni sui Social Network. L’argomento è oggetto di dibattito politico.

Possiamo quindi, in conclusione, chiederci come il tema della pace si collochi nel quadro di altre preoccupazioni che angustiano i cittadini italiani: Crisi delle risorse energetiche, Inquinamento, Sostenibilità Ambientale, Covid.

Si è chiesto anche di confrontare la preoccupazione per la pace con la preoccupazione per una declinazione più immediata della pace: la guerra in Ucraina. Appare maggiore la preoccupazione per la pace: per questo sono molto preoccupati il 57, 3% degli italiani. Più basso, sia pure non di tanto, 54,3% il numero di coloro che sono molto preoccupati per la presente guerra. Anche questo dato conferma l’orientamento a guardare alla pace come valore ideale, sganciato da contingenze presenti.

Gli italiani molto preoccupati per la per la crisi delle risorse energetiche sono il 61,2%. Segue l’inquinamento: 57,9%. Non molto distante la sostenibilità ambientale: 54,1.

Il tema della pace, nonostante la sua incombenza nei giorni in cui si è svolta la ricerca, non sta in cima alle preoccupazioni degli italiani.

Nota sulla storia della ricerca

La ricerca è stata curata da Anna Montescuro (Istituto Scenari), Antonella Pogliana (ricercatrice esperta del metodo test di trasformazione ludico-onirico), Francesco Varanini (Assoetica APS).

E’ stato somministrato un questionario via CAWI a un campione rappresentativo della popolazione italiana, con un piano di campionamento costruito su dati ISTAT aggiornati al 2022. Sono state raccolte 912 risposte.

La ricerca si è svolta tra il 13 e il 17 giugno 2022.

Nota metodologica

Il metodo adottato –test di trasformazione ludico-onirico– è stato creato dalla psicologa e ricercatrice universitaria Laura Frontori. E’ ampiamente descritto in Laura Frontori, Il mercato dei segni, Cortina, 1986.

Il metodo si fonda sull’uso di immagini come mezzo per far emergere, attraverso il linguaggio della metafora, le radici psicologiche, simboliche e affettive da cui discendono scelte e comportamenti sociali.

Il metodo è stato largamente usato in ricerca marketing oriented, dalla stessa Laura Frontori, e poi ulteriormente elaborato da Antonella Pogliana, per lunghi anni Direttrice di Ricerca di importanti istituti.

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