Letteratura per manager (IV) – Gli Esordi di Antonio Moresco

Curato da Francesco Varanini, direttore scientifico di Assoetica, Letture Etiche è il nostro speciale dedicato ai consigli di lettura per questa estate 2014. La recensione e le domande etiche su Gli Esordi di Antonio Moresco è l’ultima puntata.

[Leggi la recensione a Casa d’Altri di Silvio D’Arzo e le relative domande etiche]

[Leggi la recensione a Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino e le relative domande etiche]

[Leggi la recensione a Vita standard di un venditore provvisorio di collant di Aldo Busi e le relative domande etiche]

Antonio Moresco, Gli esordi, Feltrinelli, 1998, pp. 544; poi Mondadori, 2011, pp. 673

Moresco è un reduce del ‘68 che ha coltivato negli anni con pervicacia, nonostante difficoltà e insuccessi, il progetto di affermarsi come grande romanziere. Grande romanziere: non scrittore affermato, autore di best seller; non solo testimone di un’epoca, esponente esemplare di una stagione; ma scrittore raffinato, elitario, destinato a durare nel tempo e ad essere considerato un classico.

Impossibile dire oggi se Moresco attingerà a questa fama. Per intanto, è osannato, anche in modo eccessivo, da una schiera di fedelissimi apologeti, mentre è pressoché ignorato -o stroncato- da buona parte della critica ‘ufficiale’: i curatori delle pagine culturali dei quotidiani nazionali, i manovratori che presiedono alle scelte delle principali case editrici.

Eppure è riuscito a farsi pubblicare da Feltrinelli prima e da Mondadori poi. Gli esordi è il primo romanzi di una vasta trilogia, ambiziosa, impegnativa. Gli esordi: povertà in infanzia; gli anni in seminario, mosso da una dubbia vocazione; gli anni dedicati al lavoro politico: intensi, dispersivi e per molti versi assurdi; la possibile affermazione come scrittore, perseguita tra gli Anni Ottanta e Novanta in una Italia ridotta a mondo cinico, dove il futuro sembra negato, o rimosso.

Forse il romanzo non è riuscito, forse non ha quei pregi assoluti che pretendono gli apologeti; forse l’opera non è così originale come qualcuno sostiene, e anzi vi si colgono evidenti citazioni di di uno standard: l’intricato sterminato romanzo alla Pynchon o alla De Lillo. Ma proprio qui sta probabilmente il valore del testo, e del suo autore: l’attraversamento del buio sempre con la disposizione a vedere, a cercare, squarci di luce; lo sfidarsi al limite, il tentativo ambizioso, il dare il massimo; l’impegnarsi allo spasimo, andando contro luoghi comuni e facili andazzi.

(Così, nel consigliare Gli esordi, dobbiamo ricordare anche un altro, connesso libro di Moresco, Lettere a nessuno, una sorta di cronaca degli anni bui, il lavoro su di sé e la critica spietata alle falsità del piccolo mondo dei letterati di professione. Qui Moresco sputa il veleno, sfoga i rancori, permettendo a se stesso di dedicarsi senza troppi pesi a scrivere Gli esordi, che ha anche pagine di felice, aerea leggerezza).

Domande etiche

  • Ognuno ha una autobiografia e ha il diritto di narrarla. Ognuno ha il diritto dovere di coltivare per sé il sogno e il progetto di essere un ‘grande scrittore’
  • Pensare di cambiare il mondo attraverso un processo rivoluzionario è un progetto da uomo adulto o è una fuga dalla realtà?
  • Quando l’essere leader è un servizio? E quando invece l’essere leader è imporre agli altri i propri bisogni narcisistici, infantili?

*Letture etiche è un progetto editoriale curato da Francesco Varanini. Nel 2000 Varanini ha pubblicato il libro Romanzi per manager, recentemente ripubblicato in versione digitale. 

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